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Che cos’è il Veneto? Uno spazio geografico? Una lingua destinata forse a vivere, forse a morire? O soltanto un ricordo, un miraggio di qualcosa che non c’è più? A cinque anni dall’uscita di Sillabario veneto. Viaggio sentimentale tra le parole venete, Paolo Malaguti torna a confrontarsi con queste domande, e lo fa partendo da una trentina di nuove parole del suo Veneto, quello che gli è arrivato, nonostante le censure di genitori e nonni per un codice del quale talvolta ci si vergognava, come l’ultimo rivolo di un fiume progressivamente prosciugatosi negli ultimi 40 anni. Bunigolo, Bronsa, Fruare, Imbacucà, Incoconare, Magón, Pampalugo, Pirón, Pitaro, Pocio, Sbrego, Sproto, Strucón, Suca baruca sono solo alcuni dei termini da cui l’autore parte per un viaggio dall’esito imprevedibile, sospeso tra etimologia, storia, memoria collettiva ed esilaranti episodi familiari. Trenta storie che compongono un racconto nostalgico ma scanzonato sul Veneto (e sui veneti) di ieri e di oggi.

«Un sillabario dei profumi antichi in cui la ricostruzione etimologica lascia il passo alle emozioni».
Il Gazzettino

«La mappa di un piccolo mondo che ha perso la memoria Sillabario giocoso del Veneto orfano».
Corriere del Veneto

2016 – “Nuovo sillabario veneto” – BEAT

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